Nella settimana dedicata ai diritti negati dei migranti organizzata dalla Comunità delle Piagge sabato 18 marzo sono intervenuti Lorena Fornasir, Gian Andrea Franchi e Veronica, volontaria di Linea D’Ombra, che a Trieste accolgono e curano i migranti in piazza, nell’indifferenza della città. Per loro è un’azione politica, non meramente assistenziale. Durante l’incontro si è parlato anche del libro “Il diritto di Antigone. Appunti per una filosofia politica: a partire dai corpi migranti” che Gian Andrea Franchi ha scritto proprio in relazione all’esperienza triestina.
L’APERICENA PER RACCOGLIERE I FONDI PER TRIESTE
Al termine è previsto un aperitivo/cena il cui ricavato andrà a Lorena e Gian Andrea per le loro attività di accoglienza. Si raccomanda la prenotazione allo 055373737.
LA LORO STORIA
Dal 2019 ad oggi Lorena e Gian Andrea hanno accolto a Trieste oltre 5mila persone provenienti dalla “Rotta balcanica”. Molte di queste persone arrivano con ferite ai piedi, alle gambe, talvolta vengono torturate dalle polizie europee lungo quello che chiamano “The Game”, ovvero il tentativo di migrare verso la ricca Unione Europea, un gioco che può durare anni. Hanno attraversato steppe, deserti, boschi; hanno vissuto senza mezzi le estati bollenti e gli inverni più rigidi. Lorena e Gian Andrea quando arrivano in Piazza Stazione a Trieste (diventata Piazza del Mondo) curano le loro ferite, si occupano dei loro corpi nell’indifferenza dei più e delle istituzioni. Per farlo hanno fondato un’associazione, Linea d’Ombra, con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere le popolazioni migranti lungo la Rotta balcanica e gli attivisti impegnati in Bosnia.
IL LIBRO
Il diritto di Antigone. Appunti per una filosofia politica: a partire dai corpi migranti
“Il diritto di Antigone” è il tentativo di elaborare alcuni spunti per un pensiero politico militante a partire dall’esperienza triestina e dall’incontro solidale con i “corpi di dolore” dei migranti. Su questa esperienza Gian Andrea cerca di articolare un percorso accettando di addentrarsi in una selva oscura, esistenziale e politica, in cui il capitalismo appare come l’ultima ossessione storica del rifiuto della condizione mortale dell’essere umano.